martedì 1 gennaio 2013


Castel del'Alpi

  di Alessandro Dodi pubblicato il 29/01/12                             http://www.carponline.it/blog/p/castel_delalpi.htm
L’omonimo paesino era un antico e storico borgo, sede di un potente castello andato completamente distrutto nel 1951 da una gigantesca frana, la quale, ostruendo il corso del torrente Savena, ha formato un ampio lago. Lo specchio d’acqua è lungo poco più di un Chilometro e largo circa 240 metri, oggi meta di pescatori e bagnanti nel periodo estivo. L'unico edificio risparmiato dalla frana è stato la chiesa di San Biagio ed il suo campanile, mentre il paese, ricostruito sui bordi del lago con un altro campanile ed una nuova chiesa, oggi vive prevalentemente d’agricoltura e turismo. Gli abitanti sono poco meno di 500 ed è situato ad un’altitudine di 737 metri sul livello del mare. Essendo nelle vicinanze dei laghi Brasiamone e Suviana, potrebbe venire spontaneo paragonarlo a loro e cercare delle similitudini, ma i paragoni con i laghi suddetti sono improponibili viste le sostanziali differenze morfologiche ed anche le condizioni che li hanno generati. Mentre il bacino del Brasiamone è stato creato artificialmente per lo sbarramento dell’omonimo torrente, in seguito predisposto per la produzione di energia atomica mai finalizzata, il  lago di Suviana ha avuto la stessa origine ma utilizzato per la produzione di energia elettrica.
Castel dell’Alpi si è creato dopo una frana imprevista e quindi, per quanto strano, lo considererei naturale. Questo non è rilevante ma, credo sia espressivo per considerare le differenti condizioni in cui il lago si è formato, creando un habitat a se stante e singolare. Quello che immediatamente colpisce è il colore smeraldo delle sue acque, affascinante quanto sintomatico che sono numerosi i pesci da fondo che contribuiscono all’opalescenza delle sue acque. Differentemente dai due laghi citati a Castel dell’Alpi non ci sono variazioni di livello delle acque, non ci sono turbine e quindi solo le piogge possono innalzare il livello idrico o la loro mancanza abbassarlo.
C’è il torrente Savena che lo alimenta, ma essendo di modesta portata il livello delle acque è per lungo tempo stabile. Una piccola diga limita il margine inferiore del lago e, solo durante le forti precipitazioni fa defluire acqua nella valle sottostante. La mancanza di variazione di livelli, non ci consente di beneficiare dello stimolo alla ricerca di cibo che abitualmente muove le carpe al Brasiamone nei momenti in cui le turbine pompano, ma ci consente di aspettarci in tutto l’arco della giornata carpe interessate ad alimentarsi. La popolazione di carpe è discreta rispetto alle dimensioni del bacino in questione, la formazione del lago è leggermente più recente degli altri e, l’immissione di pesce è stata iniziata alcuni anni dopo gli altri due. Sono presenti eccellenti esemplari, ma di taglia inferiore a Suviana, in ogni caso presenze accertate d’alcune carpe oltre i venti Chili. Le carpe non sono certamente le uniche abitanti del lago ed anche per questo sono numerosi i pescatori a spinning e con roubasienne, questo a conferma dell’ottima qualità delle acque. Sono presenti i pesci tipici dei laghi, in testa i pregiati persici reali e lucci, ma naturalmente a noi interessano solo le carpe. Sono frequenti le cacciate in superficie dei predatori e, in quei frangenti rimpiango la canna da spinning, ma sono anche frequenti le rumate che evidenziano pesci in perlustrazione del fondale, vedremo dopo quanto sono importanti questi segnali. Le carpe sono per lo più di profilo allungato, con una netta prevalenza di regine. Dalla livrea piuttosto scura, le cuoio sono rare e gratificanti, catture da ricercare e godersi specie in questo lago dove sono estremamente combattive. Ad oggi, e parliamo di Settembre 2007, non ho ancora trovato carpe allamate o rovinate sull’apparato boccale; perfette anche nella livrea senza macchie o abrasioni di nessun genere. Sicuramente vivono in un ambiente sano, e credo che ben pochi le abbiano potute manipolare. Se quei pochi sono carpisti complimenti sentiti visto che le ho trovate praticamente immacolate. Sono presenti anche carpe erbivore di notevoli dimensioni, non posso dire con certezza quanto pesino, poiché le ho solo viste nuotare flemmaticamente dal ponte che attraversa il lago. Ho stimato esemplari di almeno 15 Chili, ma raramente cadono nella trappola delle nostre boiles. Ritengo sia a causa dei numerosi canneti che contornano il lago e fornisce loro alimento naturale in abbondanza, ho notizie di loro catture ed anche io mi aspetto, alla fine, di abbracciare uno di questi esemplari. Da quel ponte è possibile vedere numerosi pesci; in Primavera inoltrata, nelle mattine assolate, sono numerosi i trenini di carpe che si raggruppano in procinto della frega, che si svolge principalmente nei succitati canneti che circondano il lago. La cosa che colpisce, è che abbiamo in poco più di un Chilometro di lunghezza numerose situazioni ideali per pescare. La parte di sinistra del bacino, quella della frana, ha insenature e una parete a picco sul lago, inaccessibile al suo vertice e con sette otto metri di profondità massima alla sua base. La parte destra, dove c’è il paese ricostruito, ha sponde degradanti e canneti, spesso lunghi abbastanza da creare quelle zone di frega idonee ai ciprinidi. In Primavera si è rivelata buona anche la parte alle spalle del ponte, le sue acque basse permettono evidentemente un gradevole e rapido riscaldamento delle acque dopo il freddo Inverno, che qui si fa davvero sentire. Nella parte terminale si raggiunge la profondità maggiore con una quindicina di metri nel centro del lago, la vecchia gola della montagna. Esiste da sempre un piccolo porticciolo per il noleggio dei pedalò e canoe per il turismo estivo, se aggiungiamo qualche pescatore e famigliole al pic-nic la frequentazione aumenta, va da se che lo spazio non è certamente molto. Meglio avere quindi attenzioni maggiori che in altri luoghi, sono stato restio a fare quest’articolo, temendo una pressione elevata nei prossimi mesi, quando anche la pesca di notte sarà consentita. Confido molto nella maturazione dei carpisti che, per ora, negli altri bacini appenninici ha tenuto un comportamento corretto. La pulizia del luogo è essenziale ma anche l’approccio alla pesca deve essere di profilo basso, la pesca con natante è permessa per depositare le esche e salpare le prede, ma capite che la larghezza di 240 metri, induca a facilitare la pesca sulla sponda opposta, sotto i piedi di altri pescatori. Io mi sono trovato meglio pescando a lancio o con il barchino, in ogni caso sempre usando i tendifilo. I pescatori a spinning lanciano sovente lungo la riva, i pedalò hanno una deriva piuttosto pronunciata, quindi i tendifilo escludono qualsiasi rischio che si attivino i segnalatori, se non per una mangiata. In merito all’utilizzo del barchino, ricordo che ci sono ugualmente le regole di rispetto delle distanze tra i pescatori, non esserci a bordo non c’esime da responsabilità visto che lo guidiamo. Valuto che non più di una decina di carpisti possono pescare contemporaneamente senza creare troppi disagi, solo il buon senso può farci desistere in caso le poche postazioni siano occupate. Ritengo inutile ostinarsi ponendosi in zone scomode o ravvicinate ad altri, compromettendo la nostra e l’altrui possibilità di pescare correttamente. L’accessibilità del lago da oltre un anno è stata profondamente migliorata, visto che sotto la riva del vecchio campanile è stata ultimata una strada sterrata che permette di girare quasi tutto il lago in auto, e completamente a piedi. Le postazioni abbastanza grandi per una tenda non sono molte, meglio utilizzare un ombrellone con eventuale copertura. Vietato assolutamente tagliare erba o rami per crearsi spazio, ma il nostro senso ambientalista ce lo dovrebbe imporre al cospetto di una perla, che nel suo piccolo ha numerosi spunti per trattenere il fiato, sia come visitatori sia come pescatori. Una delle guardie preposte al controllo abita in paese quindi è facile per lui farci un giro di verifica in qualsiasi momento. Sono numerosi i carpisti che hanno lasciato attrezzatura e soldi visto che pur non essendo concessa hanno provato a pescare la notte, troppo piccolo per sfuggire alle guardie se sono intenzionate a trovarvi. Essendo di dimensioni così modeste tutto si amplifica, i rumori soprattutto visto che è incassato tra le rocce, le voci e qualsiasi spostamento si sente da una parte all’altra del lago. La cosa che non passa certo inosservata sono le campane che, ogni quarto d’ora, ci ricordano che il tempo sta scorrendo. Il suono delle campane evoca serenità e ricordi lontani, in ogni caso meglio di un antifurto che urla nella notte. Proprio la notte, mi dicono, sia il momento migliore per pescare, visto che la presenza umana è certamente inferiore, ma anche durante il giorno si possono avere alcune partenze. Considerato il bacino, mezza dozzina di partenze il giorno sono un risultato rilevante, le ridotte dimensioni rendono i combattimenti fragorosi e ci vuole tempo per normalizzare la situazione, soprattutto per rendere le carpe nuovamente tranquille. Bisogna osservare con attenzione per cercare le carpe che non risparmiano di fornirci indizi sui loro spostamenti. Il fondo è mediamente duro visto che il lago è nato su una montagna, di conseguenza il fondo è coperto da un leggero strato di fango, ma sostanzialmente compatto. Esso indica l’inequivocabile passaggio e il grufolare delle carpe se avviene, e questi sono gli indizi migliori da ricercare. Fin dalle prime pescate mi resi conto dell’importanza delle grufolate, volevo approfondire la conoscenza del lago, ma in una sola giornata per volta avrei impiegato troppo tempo. Decisi di provare due spot per giorno per farmi un’idea di massima in due o tre uscite, dedicando ad ogni spot sei ore di pesca. Quel sabato partii pescando in una zona profonda otto metri. Preferii una pasturazione abbondante con mais latte e canapa, le prime sei ore nulla. Cambiai zona per compiere la seconda mini-sessione di sei ore e lanciai nei pressi di un canneto con tre metri d’acqua, stessa pasturazione con aggiunta di boiles sbriciolate. Purtroppo con il medesimo risultato vale a dire nulla. Dovevo solo avere informazioni sulle conformazioni dei fondali e nozioni conoscitive generiche ma le carpe erano assenti, e questo non era un buon segnale. Durante l’interminabile attesa ho notato che, nelle pause tra le forti folate di vento, vi erano delle bollicine che salivano ad una decina di metri davanti alla mia postazione. Non capivo se era fermentazione del fondo o grufolate poi, quando un salto proprio in quella zona ha rotto la tranquillità della superficie, la tentazione di provare ad avere delle catture prese il sopravvento. Ripeto che lo scopo primario, era la conoscenza generale d’alcuni siti che ritenevo interessanti, questo per pescare con maggiore efficacia in seguito, ma l’occasione era troppo ghiotta.  Sapevo che ormai era troppo tardi per pasturare, ho lanciato quindi il solo innesco di una boiles affondante e mezza pop-up nella zona del salto. Proprio quando mentalmente riordinavo il materiale da raccogliere per il rientro, ci fu il premio per l’azzardo con una partenza e relativa cattura. Non penso nemmeno di parlare di bravura, forse solo una semplice intuizione, ma questo si è ripetuto altre volte a conferma che le grufolate sono molto importanti in questo piccolo bacino. Con questo non intendo che si debba rincorrerle, ma cercarle nei pressi della nostra zona di pesca è un buon viatico per una cattura. Quello di cui sono piuttosto avare le carpe del lago, sono i salti, molti non lo considerano un comportamento presagio d’abboccate, forse è così, ma sono veramente affascinato dai salti che mi infondono un sacco di fiducia. In ogni modo i salti sono l’inequivocabile manifestazione di presenza di carpe, siamo solo noi che dovremmo ingegnarci per farle scendere nei pressi delle nostre esche.

Come arrivarci:

Il regolamento delle acque di Castel dell’Alpi è quello delle acque di categoria C, quindi pesca dall’alba al tramonto con una sola canna, inoltre come ai bacini di Suviana e Brasiamone è vietata la pesca dall’ultima domenica di Febbraio all’ultima domenica di marzo per protezione della fauna ittica nel periodo di  riproduzione. Le novità importanti riguardano il 2008; quando ci concederanno la notte da marzo, e la possibilità di utilizzare un riparo tipo ombrello tenda per pernottare, rimane l’uso di una sola canna. Naturalmente essendo in via di definizione la concessione in deroga, consiglio di informarvi preventivamente in caso vogliate farvi una pescata al lago, necessaria la sola licenza governativa.

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